Sicurezza in azienda. Lo smart working come “passaporto” per il futuro del lavoro

Art. 2087 c.c – Tutela delle condizioni di lavoro

“L’imprenditore e’ tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità’ del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. ” 

L’art in questione impone un obbligo generale di disposizione di tutte le misure necessarie per prevenire eventuali rischi, ponendo i datori di lavoro ad adottare misure organizzative adeguate e idonee per garantire, non solo i livelli minimi di tutela, ma per scongiurare il rischio di contagio da Covid-19.

Il distanziamento, sia all’esterno che all’interno delle aziende,  sembra essere il miglior strumento di organizzazione del lavoro.

Ed è qui che entra in gioco il Regolamento di smart working, che ad oggi è lo strumento più snello per sperimentare la nuova organizzazione del lavoro, ai fini del rispetto dei Protocolli e delle Linee Guida di settore.

Tratto da: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/sicurezza-del-lavoro/quotidiano/2020/09/19/sicurezza-azienda-smart-working-passaporto-lavoro  – Copyright © – Luca Failla – Professore a contratto di diritto del lavoro presso l’Università LUM Jean Monnet di Casamassima (Bari) – L’EDITORIALE DI LUCA FAILLA – 19 SETTEMBRE 2020 ORE 06:00 “Sicurezza in azienda. Lo smart working come “passaporto” per il futuro del lavoro”